giovedì 15 ottobre 2009

La Valle delle Mele candite

Come ogni anno in quel giorno, tutti i cittadini della piccola città ai piedi dell'alta montagna, sotto la Valle delle Mele Candite, aspettavano trepidanti che la manifestazione avesse inizio. Erano le 7 del mattino e come ogni anno, da quando ricordassero i padri dei loro nonni, era il 15 Ottobre. La calca spingeva, la gente parlottava e incuriosita chiedeva ai concittadini le impressioni di quel giorno. Cosa aspettavano? Perché erano accalcati e tutti in attesa? Perfino i questuanti avevano deciso di non approfittare dell'occasione così da non chiedere l'elemosina a nessuno; anche loro si interrogavano. Ai piedi della Valle tutti attendevano che il sindaco, il signor Panzanelli, bussasse alla porta di Artegisio, il gufo veggente che avrebbe dichiarato la fine della stagione caldo-tiepida per dare inizio all'inverno. Il cielo era plumbeo, qualcuno sfregava le mani e la rugiada aveva bagnato le fronde dei meli canditi. Sarebbe stato inverno, tutti lo sapevano. C'era però l'evenualità che il gufo dicesse che era ancora tempo di granite, di gelati e di aperitivi all'aperto, per chissà quanto ancora. Ecco il momento.

- C'è nessuno?- disse con una voce tremolante il sindaco Panzanelli bussando alla piccola porticina di legno.
Nessuna risposta.
-Signor Artegisio, sono il sindaco, siamo tutti qui - ripetè l'uomo con un risolino preoccupato.
Ancora niente.
-Bussi più forte sindaco- Suggerì qualcuno dalla folla. Era Ernesto l'oste e fu subito additato come il solito maleducato irriverente che non aveva rispetto del sonno dell'animale veggente.
Niente, ancora niente.
-Forse è troppo vecchio e non sente bene- Bisbigliò Merengo, l'assessore alla raccolta delle mele candite. Forse, pensò il sindaco, ma non osò ammetterlo.
-Fate fare a me, dobbiamo sapere - irruppe Arcione, consigliere municipale. 
Allora, con tutta la delicatezza di cui l'uomo era capace (pochissima visto che in passato aveva lavorato nella fabbrica di noci moscate sgretolando i semi con le dita per tutto il giorno) aprì la porticina e infilò la testa riccioluta nella tana.
-Sindaco, il gufo non c'è!- Strepitò sconcertato il consigliere che in quel momento sembrava aver perso tutta la sua mascolinità. -Come faremo?-
Da sotto il palco delle autorità un brusio era già partito e in men che non si dica tutti sapevano che il gufo non c'era.
-E' una catastrofe, una maledizione- Iniziarono a gridare i soliti catastrofisti, subito seguiti da un accorato coro di signore, -E' la fine, la fine!-
-Come faremo senza sapere se è iniziato l'inverno oppure no?-
-Come faremo a sapere se è tempo di raccogliere le mele candite, se è tempo di coltivare i campi di uva passa per i nostri Strudel, se è tempo di riempire le damigiane del Vov che scorre dal ruscello Grapposo-

L'allarmismo era ai massimi livelli e il sindaco, con la giunta appena giunta e da poco congiunta decise di riunirsi in un consiglio di giunta.
Cosa era successo ad Altergisio, era scappato, stato rapito o peggio, aveva forse deciso di omaggiare qualche paese vicino delle sue previsioni?

Per giorni e giorni nessuno seppe niente, i cittadini e i politiciccioni si scervellavano sulla questione e il dubbio della colpa aleggiava contro tutti e contro tutti. Nessuno era innocente fino a prova contraria. Il freddo iniziava ad arrivare, ma le persone continuavano a mangiare succulente angurie, fresche granite di mandorla, gelati al pistacchio e nessuno pensava di dover assumere della vitamina C. Era ancora estate se il gufo non aveva detto il contrario.

-E' una misura drastica sindaco- disse un consigliere, -Non possiamo chiamare l'investigatore dalla città, sarà una vergogna per noi e per la nostra economia-
-Hai ragione, ma dobbiamo...- ribattè rassegnato Panzanelli
Mentre si discuteva di questa cosa il postino trafelato irruppe nell'ufficio del primo cittadino. In mano aveva una lettera gialla e la diede subito al sindaco.
Dopo pochi secondi la missiva cadde dalle mani di Panzanelli, il quale si lasciò cadere sconvolto sulla sua portona di vera finta pelle di vacca indiana d'America.

Il gufo era stato sequestrato da una multinazionale del gelato artigianale alla crema, la "I scream" solo per allungare la stagione estiva e far finire almeno il magazzino, ma Alterigio entrando di nascosto nella fabbrica aveva scoperto il piacere del gelato e se n'era ingozzato fino a morire.
-Mmm, siamo davvero desolati-, aggiungeva il direttore della multinazionale alla fine della lettera, - vi preghiamo di accettare le nostre scuse-

Quando il sindaco annunciò la disgrazia alla cittadinanza tutta che, sotto il suo balcone innevato aspettava notizie in T-shirt e pantaloncini, solo i bambini erano contenti. L'inverno non ci sarebbe mai più stato nella Valle delle Mele candite che ora, secoli e secoli dopo ha preso il nome di Valle dell'Ascella pezzata.



la foto è stata presa da un libro antichissimo trovato nella soffitta della mia bisbisnonna

2 commenti:

  1. dovresti proprio scriverla tu questa storia!!!! Sicuramente sei molto più ispirato!

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  2. Ti ringrazio, ma sono alle lotte con il mio super-non-eroe...poi è roba tua!!!

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