lunedì 28 giugno 2010

Invernitudine

A me piace l'autunno. Mi piace stare rintanato in casa a guardare vecchi film, sbocconcellando merendine e pizza di due giorni. Non mi dispiace affatto affacciarmi alla finestra e meditare, osservando il cielo grigio, senza uccelli. La pioggia mette malinconia, sì, ma per certi aspetti rasserena, soprattutto se vicino a te c'è qualcuno a cui tieni. E poi i maglioni e le coperte, quel tanto che basta per non farti avere freddo se dovessi addormentarti sul divano con il libro in mano. 
Mi piace, per carità

Ma non a giugno cazzo; no, d'estate no!!

giovedì 24 giugno 2010

Samuè

- Mamma. Mamma. Mamma. Mamma. Mamma. Mamma. Mamma. Mamma.

-Eeehhhhh?
-Mamma. Mamma. Mamma. Mamma.

- Che voi a Samuè??
(Samuel o Samuele? Propenderei per la prima)

- Mamma. Mamma. Mamma.

(risata della baby sitter sud americana)

- Mmmh, ma che c'è?
- Stasera vojo magnà l'ovetto

(ennesima risatina della bambinaia che si diverte da morire. Solo lei e forse Samuè)

- L'hai mangiato ieri Samuè, te fa male se lo magni tutti i giorni

(Samuele, il cacacazzi si chiama Samuele)

-Allora vojo 'e fragole, tiè

E attenzione. La madre mimando uno sforzo accompagnato da una becera imitazione, un misto tra il parto e la lotta intestinale, alla richiesta inaspettata reagisce così: 

-Nun ce ll'ho 'e fragole, che faccio, te le cago?!


Ecco signori, se il figlio rompe i coglioni ad un intero scompartimento, tranne che all'ecuadorena che se lo spippa tutto il giorno, la colpa è sempre e dico sempre, del fruttarolo. 

E della madre che è una buzzurra!! Sì, anche sua...vaffanculo!

mercoledì 23 giugno 2010

Abitudini (con l'alpha privativa)

Ci sono giorni in cui veramente non vorrei fare una mazza e altri in cui, per fortuna, riesco a sonnecchiare senza problemi.

Dormire è un lavoro - non me ne vogliano gli operai in miniera, i pompieri, i casellanti autostradali e le cavie nei laboratori chimici del Sud America - non è mica facile riuscire ad organizzarsi per fare il pisolino dopo pranzo. Se non fai tutto nei giusti tempi, se non sei preciso e ti porti addirittura avanti, col cavolo che puoi ritagliarti quei 20 minuti di divano. Lo so, molti di voi staranno dicendo che il pranzo lo devono fare per forza a chilometri da casa, che non possono mica permettersi di andare e tornare se sono agli antipodi rispetto al lavoro. A loro rispondo: mi dispiace, davvero sono desolato. Niente più.

Il pisolino con le tapparelle semi abbassate, qualche raggio di sole che s'infila e ti riscalda, è qualcosa di impagabile. È più o meno la stessa sensazione che si prova quando, dopo aver fatto il bagno al mare ci si sdraia sulla sabbia tiepida qualche ora prima del tramonto; ti avvolge, ti culla e rassicura col suo tepore. 

Poi il risveglio, in quel torpore da sonno non finito, ma nemmeno iniziato veramente, ci si è solo ricaricati un po'. Il caffè, una sigaretta, un frutto e si ricomincia pieni di energia.

Oggi per esempio sono sicuro che non ce la farò...e già mi sento stanco, prima ancora di iniziare la giornata. 

giovedì 17 giugno 2010

Tanto per essere chiari

Ho trovato una bella tabellina in cui sono descritte le calorie che si potrebbero perdere con specifiche attività. Alla luce di uno studio approfondito di circa 3 minuti ho estrapolato un piano dimagrante degno del più caro dei dietologi. E sono cari quei bastardi. No, non starò lì a dirvi che dovete eliminare il pane, la pizza, la bagna cauda e il Magnum al cioccolato. La polenta spero l'abbiate già eliminata da sole. E non sto nemmeno a dirvi che a pranzo la pasta e a cena la carne e mi raccomando le verdure.

Mezza mela a metà mattinata che l'altra metà la butti via, della mattinata intendo; la mela la dai alla collega affamata che invece mangia i crackers non salati in superficie, ma ripieni di Philadelphia, cetriolini, prosciutto crudo e origano. Affamata un cazzo!

Ma bando alle ciance ed ecco qui il piano perfetto per perdere peso e non pensarci:  (il numero di calorie è bruciato in mezz'ora, nota bene)

Lavorare in ufficio: 45 calorie
Leggere: 12 calorie. Leggi il mio blog, mi mandi un'email, poi degli sms per organizzarci ed ecco che li hai persi.
Lavarsi i capelli: 45 il che significa che una donna media ne perde almeno 70
Camminare dentro casa (mentre ci si veste) 45
A casa mia ci venite in bicicletta (lentamente 90 e spediti 260), diciamo che 180 calorie le perdete
Arrivate e per semplici e puri motivi legati alla dieta vi mettete a cucinare e allora ecco che se ne vanno altre 50 calorie.
Non dimentichiamo che prima c'è "salire le scale" 250 calorie, diciamo che a sto giro ne perdete 30 al massimo perché abito al secondo piano.

Svestirsi 25 calorie
Fare l'amore 230 calorie che non sono mica poche. In mezz'ora poi, quindi diciamo che 600 almeno ve le faccio giocare se mi piglia bene.

Se siete perseveranti potete continuare la cura vera e propria:

Lavare i piatti: 35 calorie
Passare l'aspirapolvere: 90 calorie
Pulire i pavimenti: 120 calorie
Pulire i vetri: 50 calorie
Fare il bucato a mano: 50 calorie
Scopare, no, non di nuovo, non ve lo meritate se non avete finito di pulire: 50 calorie

E infine:

Vestirsi: 35 calorie
Camminare in discesa: 150 calorie
Andare in bicicletta, vedi sopra
Dormire (a casa propria): 32 calorie

Se fate le brave, la prossima volta

Andare a ballare: 250 calorie


 

Serio-grafico

Questa sera un'amica mi ha detto che i miei post non sono «mai didattici», che «mi limito a scrivere ogni stronzata che mi passa per la testa e basta».

Per contraddirla ho deciso di fare un discorso serio, di spessore culturale, ma soprattutto sociale. Insomma voglio sentirmi utile anche io una volta tanto - e non solo quando le ragazze che mi vorrei fare vengono a raccontarmi di quel tipo che non le ama - Non è vero, non lo fanno, sono sempre io il tipo che non le ama, non mi credete? State forse piangendo sulla mia spalla? Ecco, vedete?!

Insomma, mi preme analizzare una questione di cui vorrei parlare da almeno mezza giornata. 
Oggi ho aperto il frigo e c'erano le cose di mia sorella e della sua amica e allora ho dovuto accontentarmi. Alla fine mi sono chiesto:

Come cazzo fate a dire che lo yogurt magro e al naturale è buono? Come vi permettete? Fa cagare, a meno che non ci mettiate dentro dello zucchero, dei pezzi di frutta e lo chiamiate "yogurt alla frutta". 

Siate maledette voi tipine sempre a dieta. 

- Mmmh, adoro le verdure grigliate per contorno! Come fai a mangiare quelle patatine croccantissime, dorate e piene di maionese e ketchup? Brrr che disgusto! Guarda è quasi peggio di quella mousse al cioccolato con panna che stai divorando. Ma lo saaaai quante calorie contiene?! 

Meno di un Fruttolo, meno di quei quintali di Muesli che mangiate per rendere il vostro yogurt magro più accettabile. E soprattutto, mooolto meno di quelle che perdereste se dopo una bella abbuffata vi faceste una sana scopata. Con il sottoscritto. - ecco la parte didattica del post - Sì, trombatemi dopo cena, quando avrete finito di snocciolarmi le storie su quel fighetto in spider che preferisce gli amici e le grandi abbuffate a voi. 

Ha ragione lui, il tonno al naturale.

martedì 15 giugno 2010

Ci sono professioni e profilassi

- Apri grande

- (Aaahh)
- Grande grande, dai.

- (cazzo non sono un bambino)

- Di meno

- (Ahia)

- Bravo, a destra. Di più. Di meno. Aaapri.

Autorevoli fonti informative universalmente riconosciute, come la serie televisiva Heroes, affermano che «con l'evoluzione, i denti del giudizio non ci servono a un cazzo». Testuali parole. Più o meno.

e sfido chiunque a contestarle davanti a un pubblico di fan o di umbri rosicchiatori di costolette e puntarelle. Non servono mica quei super molari, naaa.
Fatto sta che le lobby dei dentisti non la pensano proprio così, o meglio, non in senso attivo. A loro servono, eccome. Da un lato infatti hanno la possibilità di soddisfare il sadismo accresciuto in anni di studi e dall'altro di lucrare sul male altrui, come gli avvocati, solo che hanno studiato un po' di più, bisogna dirlo. Come i commercialisti, ecco. Moolto meno degli assicuratori.

- No, l'altra sera poi con quello non ci sono uscita, non so se mi piace e un po' troppo frettoloso e irruento. Hihih (risatina complice con quell'altra). Aspira.

- (ma senti queste stronze. Ahia, cazzo)

Rumore del trapano. Il vero dolore non sta nel cucchiaio che si piega, ma nel rumore del trapano che ti entra nella testa, perforando il molare dopato e puntellando direttamente i recettori del dolore in un'orgia di spilli, uno stillicidio di puntine da disegno direttamente nel cranio. Dolore collegato a ricordi atavici. Almeno prima ti davano un lecca lecca quando avevi finito o un ghiacciolo. All'amarena, mi piaceva all'amarena. O alla Coca cola. Ora no, se non sei "uomo" ti prendono pure per il culo.


- E quando lo rivedi? Lo rivedi? Uh, guarda che grumo di sangue, vabbè, aspira. Buono tu, che abbiamo quasi finito.

- (Non è vero! E smettetela di parlare dei cazzi vostri per favore). Uannoh manna, oon cce a facc pù! (avete presente quella cosa gommosa verde che ti infilano per isolare il dente? E per non farti parlare. Si, quella che bloccano con una molla che sembra un fermo da fabbro. Ecco, la odio.)

Sono anni che dico al mio dentista di installare un televisorino al posto di quella luce accecante. Così io mi sparo un filmetto, tutto assuefatto. Preferirei in ogni caso vedere che cazzo state combinando nella mia bocca. Queste donne che ti mettono la mano in bocca e ravano, proprio non le accetto. È uno smacco al ddl bavaglio, quello "per la privacy". Poi perché non mi addormentate con la novocaina per via nasale? Perché non mi sedate come un cavallo? Quell'ago insopportabile. Lunghissimo. Cazzo che palle.

Una pena infinita, per fortuna è tutto frutto della mia immaginazione visto che oggi mi sono fatto fare solo una pulizia per ovviare al mancato utilizzo del filo interdentale. 

Non conosco nessuno che usi il filo interdentale. Se non per legare le zampe di lucertole e ragni. Prima di dargli fuoco. Perverso? Me l'ha insegnato il mio dentista.




domenica 13 giugno 2010

Lutto domenicale

Ho visto il sacrificio, la perseveranza; ho visto l'impassibilità e il superamento dei propri limiti.

Era una formica: sul bordo di una piscina trascinava un pezzettino di legno grande almeno tre volte la sua lunghezza e pesante chissà quanto - vabbè non troppo per noi, ma per lei un casino -  E provava a portarla in un buco proprio sotto il bordo, a filo con l'acqua, un nascondiglio impensabile, ben oltre il concetto di sicurezza e dell'idea di comodità e accessibilità. 

Un'immagine meravigliosa, una sfida alle proprie reali possibilità e ai più semplici dettami della fisica. Niente forza di gravità, niente storie di poteri sovrannaturali.  Solo lei, il rametto, l'acqua e sì, tutti noi che le stavamo sopra a romperle i coglioni, ma anche ammirandola, studiandola e cercando di capire come cazzo facesse!

Poi è caduta in acqua, ma ce l'aveva quasi fatta.  

Era bellissima, poraccia. Eravamo tutti molto tristi, anche perché è stata lei, quella nostra amica che aveva messo la mano, tra l'acqua e l'insetto. Poteva salvarla e non l'ha fatto.

- Che fai? Leva la mano, la spaventi e le fai mollare il rametto!

-Se casca la riacchiappo, no?

-Ah, brava, come sei buona tu...

Poi è scivolata sulla sua mano, secondo previsioni, ma la fanciulla s'è impaurita - chissà come mai poi - e con un gesto spontaneo, lento e rapido allo stesso tempo, ha ruotato il palmo quel tanto che bastava...

una tragedia.

mercoledì 9 giugno 2010

questo è un post per maschietti

Non perché ho intenzione di raccontare delle solite donnine da siti porno e nemmeno perché parlo di calcio, polifosfati aggiunti, potassio e magnesio...contenuti nelle bibite che assume chi gioca a calcio.

Questo è un post per maschietti perchè difficilmente una donna può comprendere quanto sia bello fare pipì al muro, soprattutto se sei ubriachissimo e ti trovi in discesa. Sui sanpietrini. Perché torni bambino, fai le gare, come con le macchinine, aspetti che il rivolo biforcato superi il suo concorrente. Speri che l'itinerario che ha preso la pipì resti lo stesso, senza deviazioni. Magari fa da affluente ad un rivolo più grande, preesistente e lì è l'apoteosi dell'abbondanza, della soddisfazione. 

Un po' di tempo fa mi trovavo ad una rivisitazione medioevale nelle Marche, quelle feste patronali in cui tutti approfittano per bere ettolitri di vino orrendo, abbuffarsi di quintali di carne stracotta e super salata - ignobile mossa degli osti per alimentare la vendita del suddetto vino orrendo - e cantare canzoni triviali i cui protagonisti di solito sono marchesi fedifraghe, contadinelle lascive, cazzi, parannanzi e cornuti di paese. Ecco sì, l'apoteosi dello spasso non figocentrico, almeno per le prime ore e nel senso di figa tangibile, tastabile, fattibile e fruibile. Insomma, ci siamo capiti.

Io ero lì, imbottito di un vinello sincero quanto un dittatore sud americano che s'ispira ad un dittatore europeo, ebreo, e per necessità ho dovuto cercare un vicoletto, perché la fila del bagno arrivava al paese vicino; paese dove il bagno era guasto dallo scorso palio quando una signora americana aveva deciso di mettersi all'altezza degli abitanti del piccolo centro. Cerco il vicolo, lo trovo,  stretto stretto, luce soffusa di candele e lumi, ma soprattutto in discesa. Un paradiso degno dei migliori rilassamenti, brividini, risatine soddisfatte di chi non ce la faceva più.

Altri quattro compagni di bivacco avevano prediletto il mio vicoletto, ma io, arrivato per ultimo, ho potuto godere di una posizione più alta - da preferire sia per la competizione che per evitare di trovarsi su traiettorie poco raccomandabili. Ero lì e vincevo la gara con me stesso e con gli altri, me la gustavo tutta, quando da destra, in subdolo silenzio, un fiume in piena mi supera e se ne va verso valle, portando con sé tutte le effimere soddisfazioni che una situazione del genere può far nascare.

Lui lo sa che ha vinto su tutti, lo sa eccome.

giovedì 3 giugno 2010

Era uno di quelli che

della pizza mangiava solo il bordo e lasciava intatto il centro.
Un tipo tutto strambo. Si chiamava Bastianello e portava la canottiera d'estate, "perché asciuga il sudore", diceva sempre,  mentre d'inverno stava a camicia aperta. Poi s'ammalava, sia d'estate che d'inverno, ma intanto se "vuoi essere come Gregory Peck...".

-Guarda come cammino bene senza scarpe! Oh, guarda come...cammino bene anche con le scarpe. Vabbè.

Non era mai riuscito a capire in vita sua se il dentifricio preferiva strizzarlo dall'alto o dal basso. Sapeva solo che si arrabbiava ogni mattina, in qualsiasi modo lo trovasse.

Indeciso in tutto, gli era chiara soltanto una cosa nella vita: che la chiarezza era degli altri e che con questa affermazione si contraddiceva di continuo, non solo in termini, ma anche nei fatti.

Un giorno Bastianello decise di prendere moglie e allora ne trovò una già sposata, prendendo alla lettera l'affermazione di cui sopra. Perché era più facile e costava meno. Forse, proprio per questa sua scelta, in realtà, la relazione con la signora in questione andava a gonfie vele anche se non c'era vento. e se ci fosse stato vento...bè, tanto lui avrebbe avuto la canottiera. Della donna prendeva solo le cose buone, senza mai dover sopperire a quei bisogni di una moglie insoddisfatta, curiosa, morbosa, soffocante, che diventa cicciona. Perché a lui in realtà le ciccione piacevano. Era lì soltanto quando lei s'era rotta dell'altro, ma mai prima che l'altro, poverello, le avesse soddisfatto tutti i desideri - pecuniari - insomma, era una mignotta, diciamolo, ma Bastianello la considerava una santa.

Ma le sante a un certo punto smisero di piacere al nostro Bastianello. Allora la mollò. Si fidanzò con una che santa era davvero, aveva 19 anni, era vergine e si chiamava Susanna. Ma questa santitudine continuava a non piacergli e si mise con una prostituta, di professione, e finalmente fu felice, perché era davvero infelice.


martedì 1 giugno 2010

Idee alla rinfusa

L'altro giorno mia madre mi ha fatto notare che sarebbe stato meglio se avessi riordinato le idee una volta tanto. Io non lo trovavo necessario, devo dire la verità, anzi, non mi creava nessun problema averle ammassate, non catalogate. Messe alla rinfusa.

In ogni caso, dopo non poche pressioni, sono andato a casa sua, dove si trova la mia vecchia camera da letto. In effetti c'era un bel casino e ho deciso di riordinarle queste mie idee, ma ho voluto occuparmente da solo. Perché così dev'essere. 

Farlo significa soprattutto stare lì a spulciare vecchie fotografie, aprire cassetti pieni di lettere, oggetti che ricordano qualcuno, spesso qualcuna, soprattutto qualcuna...quando l'idea dell'amore era vaga, ma forse più sincera. Senza parlare dell'idea dell'amicizia "fraterna". E poi le cose di quando eri piccolo, i regali degli zii, dei nonni: l'unica idea che avevi a quei tempi era che certe cose non sarebbero mai cambiate: che idea stupida e superficiale.

e quei libri, anche quelli di scuola, sì. E quaderni e quaderni scritti da chissà chi. Ah, ma era la mia scrittura!

Riordinando i cassetti dei vestiti, poi, le idee rivoluzionarie spalleggiavano idee sane, atletiche, vicine a loro volta a strane idee e concezioni della moda o a camicie e pantaloni da borghesia "illuminata"; illuminata dalla luce della figa, che fa cambiare idea con molta facilità, soprattutto se hai 17 anni. A 28 invece no, non fa cambiare idea è forse è un male.

Polvere soffiata via, tutto accatastato per benino; mentre mamma, soddisfatta, credeva di avermi fatto riordinare le idee, oltre che la stanza, io, adesso, ho una bella confusione in testa perché le cose, quando le smuovi, a incastrarle di nuovo non è mica facile.