venerdì 28 gennaio 2011

Una bici senza sellino

questo ci propinano come unico mezzo di locomozione. E a noi quasi quasi...eh!?

Detta così potrebbe sembrare una futuribile azione governativa promossa dal nostro presidente mandrillo - che male, malissimo incarna le fisique du role* dell'italiano latin lover, perché costui mai e poi mai è costretto a pagare per bere bitter campari e fare il karaoke nella sua discoteca dal nome coloniale - 

Immaginate, in parlamento: «Da oggi le bici non avranno più sellino».

-Bondi: Bene così posso levare finalmente il cilicio e fustigarmi così, pedalando secondo il Tuo volere.

-Bindi: Non dovrei dirlo, ma mi sento di approvare la proposta di legge della maggioranza senza remora alcuna.

-Santanché: Ma non era già entrata in vigore?

-Gasparri: Perchè!?

-La Russa: Cazzo sì, cazzo sì!

-Carfagna: per le pari opportunità, alcune donne dovrebbero poterlo installare vibrante a spese statali.
-Brambilla: Io ce l'ho già vibrante, non costa un cazzo.

-Alfano: Mi sembra una decisione efficace e strumentale per aumentare il senso di benessere degli italiani e se poi l'ha detto Lui...
seguono Vespa, Feltri, Belpietro: Il pdl approva una legge fortissimamente voluta da molti esponenti della sinistra che non hanno avuto il coraggio, come al solito, di proporla...vero onorevole Vendola?

-Tremonti: Fa parte della necessità di mantenersi per un po' in linea con quelli che sono i dettami di un'economia che sta uscendo felicemente dalla crisi: non sbilanciarsi troppo, essere cauti e non troppo avventati nel procedere sulla strada maestra. Attenti ai dossi e alle buche inflitte dal difficile percorso. 

Bossi: Dhaoih sellino#*, dahdjertn*## federalismo

Calderoli, Zaia e Borghezio: Quei terun che vanno a lavorare co 'a bici saran cuntent', noi  'a vulem recepir' sulamen't se levam' anche il manubrio, te capì?! E a la mia siura ci piace che le ricorda il marito, ne. (Segue fragorosa risata da ubriaconi dentro una taverna medioevale).

Io mi sento di navigare in queste acque. 
Navigo a vista su una bici senza sellino per volere delle ultime amministrazioni da 20 anni a questa parte. E a me non piace; non piace per niente. E preferisco andare a piedi, metterci più tempo rispetto a tutto il resto d'Europa, ma almeno non rischio di farmela piacere questa storia del sellino. Perché molti sembra proprio che ci prendano gusto. E se ti piace andare senza sellino, poi non ti devi lamentare per le fregature che prendi ogni giorno. Proprio non puoi.



*physique du rôle. Ok, D.!?

martedì 25 gennaio 2011

Lettera aperta a Bruno Vespa

(Ricevo e pubblico una lettera scritta da alcuni amici. Qualora ne condivideste i contenuti, vi pregherei di farla girare o semplicemente inviarne copia firmata con nome, cognome, città di provenienza ed età a uno di questi indirizzi email: e.burckhardt@gmail.com o maior@hotmail.it. Naturalmente è assolutamente garantito l'anonimato dei blogger che invieranno firmando con il loro vero nome. Grazie mille)
 

Egregio dottor Vespa,


”Le posso fare una domanda? Ritiene che la chiusura della trasmissione di

questa sera possa ritenersi imparziale? Dottor Vespa, questa trasmissione è condotta

e organizzata con onestà intellettuale, o vi è forse il tentativo di manipolare la

coscienza dei suoi telespettatori?”

Se ieri sera fossi stato seduto al posto dell’Onorevole Melandri o di qualsiasi altro

ospite di “Porta a Porta”, ivi compresi gli esponenti della maggioranza, non avrei

potuto esimermi dal porLe, con garbo ed educazione, queste semplici domande.

Vi sono scelte relative al Suo programma che un utente Rai ha il diritto di

criticare, ma non certo di condannare. Ieri, invece, mentre il Presidente del Consiglio

inveiva contro il Suo collega Gad Lerner, a “Porta a Porta” è successo qualcosa di

molto grave che Le impedisce d’esimersi dal dare spiegazioni. A me, come a decine

di altri spettatori che firmeranno la presente, è apparso incontrovertibile che Porta a

Porta abbia voluto subdolamente far passare un vero e proprio messaggio politico.

Limitiamoci agli ultimi e più significativi venti minuti. Un servizio ritraeva un

delizioso quadretto familiare sconcertato dall’indecente modo in cui viene oggi

descritta la “povera” Ruby, da loro in passato così generosamente ospitata. Alle

specifiche domande della zelante intervistatrice, la serena famigliola ha risposto a

regola d’arte entrando nel merito di tutti gli elementi rilevanti per l’inchiesta che vede

il Presidente del Consiglio indagato per favoreggiamento della prostituzione. “Ruby

non dimostrava meno di 22 anni” (favoreggiamento della prostituzione minorile),

non crediamo che Ruby possa essere coinvolta in una vicenda quale quella ipotizzata

dai magistrati milanesi, Ruby è persona di sani principi e valori, “non è una prostituta

[…] in discoteca abbiamo sempre visto che aveva una barriera, che non andava

oltre…” (concussione). Le dirò che non si capisce quale rilevanza debbano avere per

me spettatore i giudizi morali su Ruby di queste persone che, oltretutto, dimostrano

oltre vent’anni più della loro “sexy e bellissima” amica, con cui però trascorrevano

spassosissime serate in discoteca. Ad ogni modo, tutto quello che poteva essere detto

per togliere credibilità ai capi d’accusa è stato recitato con precisione certosina da

questi improvvisati testimoni. Non finisce qui. Al termine del servizio, a scanso

di equivoci, Lei ha tenuto a precisare che appare verosimile che Ruby possa aver

mentito sull’età anche ad Arcore.

A questo punto, egregio dottor Vespa, consideravo il limite della decenza

abbondantemente superato, tuttavia, al peggio non c’è fine.

Senza contare il successivo servizio sul Pd, costruito in maniera tale da

evidenziare in tutti i modi ogni debolezza e difficoltà del partito, Lei non ha mancato

di sottolineare scrupolosamente come un’altra testimone del sexgate berlusconiano,

Nadia Macrì, appaia oggi decisamente confusa.

Al di là delle convinzioni personali, egregio dottor Vespa, pensa che la Sua

trasmissione di ieri sera possa dirsi conforme all’etica giornalistica? Infine, secondo

Lei “Porta a Porta” può dirsi un programma degno del servizio pubblico per il quale

mi accingo a pagare 110,00 euro di canone?

In attesa di un Suo gentile riscontro, La ringrazio infinitamente per l’attenzione e

La prego di gradire i miei più cordiali saluti.

sabato 22 gennaio 2011

Sopportiamo tutto senza senso,

ma tutto! Non c'è più limite alla decenza, al decoro e alla morale. Sopportiamo se fanno una sparatoria e ammazzano tre fratelli in un colpo solo, cioè, non con un solo colpo, ma in una botta sola; no, nemmeno con uno sparo solamente...Va bè, ci siamo capiti.

Sopportiamo questo e altro, gente che salta la fila, che rubacchia, che ruba alla stragrande,  che vuole censurare gli scrittori e bruciare i libri, che mente, che mente! - dovevo scriverla sta cazzata - che cazzata! Che cazzata...come disse quell'attricetta alle prime armi e comunque disarmata davanti a quel fisico e al suo affare lungo e nero. Non aveva mai visto un telescopio, ne rimase sconvolta. Soprattutto quando il fisico in questione provò a infilarlo là dove non batte il sole asserendo: "su, addentriamoci fino in fondo nel tuo lato scuro, giovane Padawan". Si chiamava così, Padawan. Il padre aveva fatto la comparsa in uno degli episodi di Guerre Stellari. «Ecco, lo vedi quel clone, sono io!»

-quale, papà?

-dai, quello! Quello vestito di bianco, col casco e la visiera nera! 

-Ma ce ne sono migliaia!

- Sei proprio un clone! Interveniva allora la madre dislessica.

Sapete per cosa ci incazziamo davvero? Per gli abbaglianti. Questo ci manda fuori di testa e allora siamo rispettosi nei confronti degli altri. Con gli abbaglianti non si scherza. Prendete il mondo con lo stesso spirito con cui usate i vostri abbaglianti. Chi ha i fari allo xeno è fuori dai giochi, quelli danno fastidio sempre. Avete mai superato i limiti di velocità, guidato in stato d'ebbrezza, parlato al cellulare, "dimenticato" di mettere la cintura, ritardato il pagamento dell'assicurazione? Si, sì e ancora sì. Ma gli abbaglianti no. Ora prendete la vita reale. Cosa potrebbero essere gli abbaglianti? Ve lo direi io, se questo post avesse veramente un senso. E in realtà ce l'ha, eccome. Ha un senso e una direzione, ma non sono logici. Se cercavate delle risposte dovevate recuperare la vostra copia del Manuale delle giovani marmotte, di Class degli anni '90 o di qualche giornaletto porno nascosto chissà dove. 

Guardate sotto al letto a casa dei vostri genitori o dentro qualche vocabolario di latino...E se lo trovate, buon week end!

mercoledì 19 gennaio 2011

Analisi Microeconomica: Meno male che c'è Mieli

che contrariamente al suo cognome ha servito un boccone amaro da Floris. Ha detto: «Oggi è morto un soldato in Afghanistan, ma tutti i giornali parlavano della vicenda di Berlusconi». Perché siamo impazziti - è sempre Mieli che l'ha detto, eh - siamo tutti impazziti appresso a 'sta storia delle mignotte, delle minorenni, dei festini, delle palazzine gonfie di troie, delle tette rifatte e dei visi tirati con nasi dalla punta all'insù, risultato di un'evoluzione darwiniana-metropolitana: è ergonomica, tipo aspirapolvere. Fra un secolo la punta sarà a coppino, tipo cucchiaino per depositarci direttamente la polvere dell'ammore.

Si è espresso così, eh! Il succo almeno era questo. Di succhi infatti si parla per tutto il tempo...succhi sicuramente ben fatti, presidenziali.

Che fine stiamo facendo infatti? Ci stiamo perdendo nella melma delle sveltine parlamentari e non puntiamo più verso la direzione giusta: quella del sostegno agli italiani in un momento di crisi, quella per la garanzia per le sveltine popolari. E mi regalo un punto esclamativo!

In questo modo il premier crea problemi gravissimi all'incontro tra domanda e offerta, alza i prezzi; l'economicità va a farsi fottere, anche lei.

Per andare con una di quelle signorine là, già devi garantire - in seguito a eventi passati - come minimo una rendita perpetua e dei regalini più o meno continui, ma ora s'è messa in mezzo anche l'emergenza abitativa. Il problema delle case, sempre più sentito nelle comunità italiane, può essere risolto solo attraverso la merceficazione del proprio corpo. È un dato di fatto ormai. Ben venga, per carità, ma non essendo un cittadino medio dotato di palazzine da poter riempire contemporaneamente con giovani sgualdrine provenienti dal nord Africa o dal sud America e con vecchie siùre infastidite "dall'andirivien' di que' là!", siamo tutti fregati.

Non c'è trippa per gatti, nemmeno gli avanzi ci becchiamo. Perché capirai, queste ormai se la cantano e se la suonano in inchieste coi fiocchi e hanno guadagnato pure notorietà. 

Si regredisce, si torna ai vecchi metodi di un tempo. E se nell'economia spicciola e casalinga le signore andranno dal droghiere a comprare qualche frutto di stagione portato dal contadino a km zero, anche i mariti delle suddette signore, dovranno accontentarsi della figlia del pizzicagnolo o, i più snob, della moglie del farmacista. Che comunque ha sempre un suo perché. Si torna alla provincia e alle sue soluzioni estemporanee, vecchio stile, ma efficaci. «Cielo mio marito», ecco cosa riecheggerà negli antri dei palazzi del centro.

Grazie Tremonti e soprattutto grazie Silvio. Bah!

domenica 16 gennaio 2011

Tron Legacy - Lega citron (che significa limone)

Visto che c'è poco da dire su Tron Legacy, a parte la serie di malcelate assonanze con Guerre Stellari, parlerò dell'acidità di stomaco che mi fa venire la Lega. 

Non avete notato i continui riferimenti di Tron a Star Wars?! Ma come no? 

Ok, ve li dico. Intanto quando si vede un tipo vestito da Darth Vader, con la maschera e la voce di Lord Fener, subito pensi: "Luke, sono tuo padre" e infatti glielo dice dopo 5 minuti. Ma non è il padre, perché il vero padre è vestito da Obi-Wan - ma con uno stile leggerissimamente più zen - e ha anche la stessa barba di Obi-Wan. Oltre ad essersi rintanato, come il vecchio Kenobi, in una zona desertica e irrintracciabile. E sono già due, facili facili buttate là.

Quando poi Sam, dopo aver lottato con un disco blu, contro due dischi rossi (i colori richiamano un certo duello), prende in mano l'affare per azionare i "motocicli" e pensi, "ok, finalmente tira fuori una spada laser ". E lo crede anche il giovane Flynn che infatti viene deriso dal servile direttore dei giochi e dal pubblico di programmi.

La scena delle moto una figata.

A un certo punto però la spada laser arriva, eccome! Arriva nel bar che sembra la versione berlinese del locale di indovinate quale film?! Ed è lì che tac, spade laser a go-go e braccia tagliate che poi saranno ricostruite. L'avete visto da qualche parte? Fammi pensare, dove potrei aver visto la scena di una mano che viene mozzata da una spada laser e poi ricostruita? Non so proprio. 

Non contenti della serie di scopiazzature che si sono palesate fino a questo momento del film, il malefico Clu pensa bene di creare un esercito di cloni; da non credere! Un esercito di cloni, geniale!

Il regista dovrebbe essere decisamente denunciato per plagio, ma considerando che è uno sconosciuto, nessuno lo rintraccerà. Pensate sia finita qui? Ingenui. Indovinate, c'è una sequenza di combattimenti aerei su jet che sono a dir poco identici agli X-Wing, ma incredibilment identici, solo che questi hanno dei cannoni posteriori parecchio comodi. Devo dire che la fantasia tocca vette difficilmente raggiunte negli anni SETTANTA!

Naturalmente alla fine c'è un sacrificio che non stiamo qui a specificare, ma come molti di voi possono immaginare, richiama fino al ridicolo un'altro sacrificio di una famosa saga fantascientifica che ho visto qualche tempo fa, ma di cui non ricordo il titolo, mi dispiace.

Detto ciò, dovrei parlarvi, come ho anticipato prima, dell'acidità di stomaco che mi fa venire la Lega. Ma non lo farò. Perché intanto non c'entra un bel niente e poi perché mi piaceva solo il gioco di parole del titolo del post, tutto qui. Va bè, sì, la Lega mi sta sullo stomaco come una limone spremutomi direttamente in bocca.  Sai che novità!

Ah, ma il film è figo, eh!!

martedì 11 gennaio 2011

Quando una donna è incinta

il flusso sanguigno si concentra maggiormente nella zona uterina per nutrire il feto. E così come avviene per gli uomini, quando cioè il sangue si sposta nella zona uterina maschile, che per comodità chiameremo inguine o pisello, anche loro hanno un notevole deflusso dal cervello. Diventano cioè delle deficienti. Piangono, si commuovono per tutto - anche se vedono cadere una foglia dall'abero - sono sempre con un sorrisino ebete stampato sulla faccia. 

-Uh tesoro, guarda, un bambino si sta scaccolando e si pulisce le dita sul cappotto di cachemire di quel signore, non è un amore?

-Oh, biscottino, è meraviglioso come quella donna anziana guidi la macchina. È lentissima e tutti suonano dietro perché non riescono a passare. Troppo divertente! E non fare quella faccia, su. Ora la superiamo...che saranno 25 minuti di coda al semaforo?

-Che bruto. Quel tipo è davvero un bruto! C'era un bambino sui 12 anni, evidentemente stanco da una giornata di scuola e quel ciccione tutto sudato, con le mani spaccate da un lavoro rude - proprio come lui - non s'è mica alzato per farlo sedere. Inconcepibile.

Travisano la realtà. Non hanno idea di quello che dicono, ma ripeto, non è colpa loro. La macchina umana non è programmata per aumentare il flusso sanguigno in questi casi e nella migliore delle ipotesi deficita il cervello. Organo evidentemente sopravvalutato. Gli uomini hanno lo stesso problema. Il sangue si butta in picchiata verso sud e abbandona le alte vette della ragione. Ma anche se spesso sono i colpevoli delle mutazioni femminili,  con il loro seme sparato a casaccio, possono a mio avviso essere meno biasimati dell'idiozia femminile durante la maternità. 

C'è da dire che però sono belle, luminose. Hanno un fascino discreto e solare. E ora pensando a queste neo mammine, sto avendo un deflusso e non riesco a scrivere...Passerà. 

Passera (questo non l'ho scritto io, è stato lui!!)

sabato 8 gennaio 2011

Photo-grafia (il sole sorge a ovest)

..E sai lei che preferiva fare?
Osservare la scena o l'oggetto subito prima di scattare la foto,
poi dopo il clic, chiudere gli occhi e scrivere, di getto, cosa credeva
sapeva
pensava
di avere visto.
Quando arrivava il momento di sviluppare la foto, 
creava un altro racconto,
nell'incastro delle differenze, nei dettagli, nelle ombre
come accade delle cose che non potrebbero accadere
come nelle leggende
stava compatto
il cielo-nuvole,
colore di asfalto
il giorno ne era pieno
(faticava a esprimersi).
Fino all'ora del tramonto;
quando il sole bucava gli strati
e faceva il suo ingresso a ovest
liquidando il grigio col  giallo.
E si vedevano le ombre dei fiocchi di neve cadere.

(ubi minor)

E quando l'ultimo fiocco toccava terra
era lui che prendeva la macchina in mano.
Diventava lei il timido soggetto, da accarezzare con attenzione.
Guardando a est, al nuovo giorno che era già passato,
al domani che era
verosimilmente
come se l'era immaginato il giorno prima.
Una posa imprevedibile; di quell'imprevidibilità che non ti mette mica soggezione, no,
di quell'imprevidibilità che ti lascia sorridere perché, male che vada,
comunque il soggetto della foto è sempre lei. Sempre e soltanto lei.
Un'istante di lei.
Un piccolo fotogramma che significa una vita,
una vita da assorbire, da assimilare, da metabolizzare.
con tutto il tempo del mondo.
Una vita che si sviluppa nel chiarore della luna,
luna che sorge, mentre i corpi dormono, abbracciati a formare una conchiglia
che, in sè, racchiude anime di perla.
Domani, oggi, ieri. Il sole e la luna. L'est e l'ovest.
Sono attimi, quando soltanto la luce, impressa nello scatto, 
nella "photo grafia",
può raschiare la pellicola.

martedì 4 gennaio 2011

Senz'altro un posto da post

Intanto buon anno a tutti, spero abbiate festeggiato a dovere e mangiato a volontà; inoltre grazie per i commenti al post precedente, non ho potuto rispondere perché ero già partito...

Le ho portate alle dune di Merzouga, le mie Clark's. E si sono comportate benissimo. Anche quando dopo 10 minuti di carovana e di cammelli non gestibili autonomamente, mi sono messo a camminare per due ore fino alla meta: una tenda berbera in mezzo al nulla. Partenza al tramonto, arrivo di notte, sveglia alle sei per vedere l'alba; un freddo mai provato in vita mia. Inutile fare dissertazioni sulla bellezza del Marocco e sul Sahara, non sono riuscito a scrivere molto nemmeno lì. La descrizione dei contrasti e delle emozioni è molto difficile da trasmettere a parole, vi lascio alle immagini.







                      Il retro di un albergo in cui ci siamo appoggiati per lasciare il grosso e poter fare la doccia il giorno dopo: iniziava il deserto.



 ;))







Lo vedo solo io un volto tra le nuvole?