venerdì 25 febbraio 2011

I ministeri dalla Memoria corta

La Gelmini e la Brambilla hanno firmato un protocollo d'intesa per stanziare 6milioni di euro alle scuole ch vogliono fare una gita nei luoghi della memoria durante le celebrazioni dell'Unità d'Italia. E fin qui tutto bene, anzi benissimo.

C'è solo un problemino, ma ino ino.

(Dimenticavo, le mete devono essere scelte tra quelle proposte dall'Unità Tecnica di Missione per la celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia nella sezione: I luoghi della memoria, che trovate qui)

E indovinate, potete andare a visitare la lapide commemorativa a sosta di Garibaldi nel comune di Castrocaro, il pannello in ceramica raffigurante i moti cilentani vicino Salerno, il Caffè Pedrocchi di Padova, in cui si possono vedere, pensate, i fori dei proiettili austriaci; una qualunque delle decide e decine di statue raffiguranti l'eroe dei due mondi. Ma nella lunga lista non compare nemmeno uno di quei paesi del centro Italia e del meridione che sono stati saccheggiati, rasi al suolo, bruciati dall'esercito piemontese. Non c'è nemmeno un percorsino nei luoghi dei genocidi di massa, dei massacri, delle violenze a donne e bambini. Dell'uccisione indiscriminata di migliaia di briganti resi tali dalla corruzione dei colonnelli borbonici da parte di Garibaldi, di Vittorio Emanuele e di Cavour con i soldi dell'Inghilterra.

Non c'è nemmeno una riga su Gaeta, l'ultimo assedio a Franceschiello con i cannoni puntati sui civili, uccisi senza ritegno da uno dei tanti grandissimi condottieri piemontesi insignito dalla medaglia al valore. Che valore!

Non sono borbonico, monarchico nè antitaliano, figuriamoci, ma visto che ormai si sta facendo luce su tantissimi fatti nascosti dalla storia in questi 150 anni che danno spiegazioni più che esaurienti sull'attuale questione meridionale e sul moderno federalismo, credo che i ministeri e i comitati tecnici dovrebbero avere il buon gusto di indicare anche i luoghi della tragedia ai danni di civili indifesi.

Non stiamo qui a fare analisi macroeconomiche sull'impoverimento delle casse del sud per favorire quelle del Piemonte, del Veneto e della Liguria, nemmeno sulla grande massa di deportati - sì, deportati - o sugli emigrati forzati oppure sulle fabbriche chiuse e trasportate al nord o sui tributi a carico dei meridionali per finanziare la battaglia in meridione. Sì, avete capito, Vittorio Emanuele impose una tassa ai meridionali conquistati per ripagarsi alcune spese della conquista stessa! 

Però, per la miseria, se si parla di memoria, almeno cerchiamo di ricordare tutto.

martedì 22 febbraio 2011

Cota mostrava le foto di Prodi e Gheddafi e diceva

blablabla e blablabla e sinistrablablalba. E barconiblablabla. Io ho iniziato a pensare alla  sua vita sessuale. Perché Cota è chiaramente omosessuale, questo è chiaro a tutti, no? Anche Maroni è omosessuale, ma non stanno insieme. Almeno non più.

Credo invece che Cota sia fidanzato con un nero musulmano cresciuto in Basilicata; ne sono assolutamente convinto, glielo si legge in faccia. Del resto è il minimo che ci si potrebbe aspettare da uno come lui. Anche Bossi è sposato con una siciliana, sarà per questo che gli piacciono le cassate, detta alla Bolognese però.

C'è Qualcuno convinto che l'amante del governatore del Piemonte - regione dell'Unità d'Italia, ricordo. È stato geniale farla governare a un gruppo di secessionisti - non sia proprio consono alle linee politiche dettate dalla Lega e che Calderoli avrebbe da ridire. Un bel po' da ridire. Secondo me invece ha una serie di filmini del suo amico che fa roba con il tipo cresciuto sotto al Vulture, ma di origini  Congolesi, non scordiamo questo dettaglio. Usa girarli mentre il maiale che di solito tiene al guinzaglio  - dai, quello che assomiglia a Borghezio - gli lecca le zone erogene sotto la cintura. No, non l'ombelico. Sì, lo so, lui la cinta la porta bella alta, per questo ha il doppio mento così alto, ma mi riferivo ad altre zone erogene. Sì, le ha anche lui. Sentitevi liberi di rabbrividire, io non riesco a fermarmi. Probabilmente stanotte avrò degli incubi tremendi. Detesto i doppi menti.

Poi c'è Gasparri. Lui si fa sculacciare dal fidanzato di Cota, ma questo Calderoli non lo filma. Non è bello farsi sculacciare il viso come fa Gasparri. 

- Sì, sculacciami. 

- Ma Gasparri questi sono schiaffi, non sculacciate. 

- Ma che dici, non scherzare. Di schiaffi a me non ne davano nemmeno quando non ero tra i picchiatori fascisti e giravo con i miei non amici di destra.

Poi Cota assomiglia a Ratatouille il topo che cucina la bagna cauda









Anche Gasparri.

lunedì 21 febbraio 2011

C'è brutto tempo, sono incazzato, non lo sono più, anzi sì!

Improvvise emicranie, malumore, sbalzi di pressione, insonnia, ansia e ipereccitabilità. E ancora palpitazioni, dolori alle ossa, mal di stomaco, irritazione alle vie respiratorie, fino ad arrivare a problemi ben più seri come infarto, angina pectoris o ictus, berlusconite o in extremis borghezite. No, borghezite mai! C'è un nome per tutto questo e no, non è sfiga, né paranoia, ma metereopatia. Io ne soffro, lei s'offre, anche se c'è mal tempo, ma non è questa la sede per parlarne considerando che tra di voi c'è ancora chi crede ai bambini nati sotto un cavolo. Avete mai copulato sotto un cavolo? Lei sì, s'offre, l'ho detto.

Preferisco invece discutere del fatto che se sono bello allegrotto, entro in un posto, chessò un bar, una libreria, un posto dove fanno peep show, esco, fuori si annuvola e io divento triste. E non è solo senso di insoddisfazione da peep show o ancora peggio da iperacquisto in libreria o al bar. Forse all'iperacquisto da bar posso associare l'emicrania, gli sbalzi di pressione e l'ipereccitabilità - placata invece dal peep show.

La cosa è seria. Sembro Fantozzi con i sintomi da andropausa


È normale? Capita anche a voi? Potremmo discuterne domani a pranzo con quel simpaticone di Luciano Onder oppure Gad Lerner potrebbe farci un programma invitando il vicegovernatore della Lombardia, messo lì solo per giustificare gli sbalzi d'umore ogni volta che inquadrano la pochette della lega nel taschino o la spilletta di Alberto da Giussano. Alberto da Giussano...mi sta prendendo di nuovo a male...Poi rileggo 'sta roba e sono qui che me la ridacchio. Ma quanto durerà!?

mercoledì 16 febbraio 2011

La profondità del mio pensiero

quest'oggi scende a episodi di infanzia che si ripetono, ai quali non si può dare una vera spiegazione razionale, che non hanno un fondamento scientifico. O forse sì?

Mi riferisco senz'altro alla tragica esperienza di vedere anche il secondo Kinder Bueno volatilizzarsi irrimediabilmente. Era chiaro, no?

Il Kinder Bueno è progettato da diaboliche menti altoatesine con conclamate esperienze paranormali da stagisti sottopagati in un mondo alieno altamente avanzato per permetterti di ingurgitare il primo dei due senza nemmeno assaporarlo, solo per gola, e poi gustare appieno il secondo - che infatti non a caso è incartato in un'altra bustina!

Ieri ho, come di consueto, inghiottito il primo dei due in un millisecondo senza nemmeno masticare, ma col secondo, invece di gustarmelo, mi sono distratto. Pensavo ad altro...shame on me. È finito senza che me ne accorgessi. Sono molto triste, mi ha sopraffatto come quando ero bambino. Solo che da bambino con buone probabilità da qualche parte nella dispensa di mamma - o meglio ancora della nonna...che non è vero che dalla nonna ci sono solo i biscotti della nonna e la torta della nonna. Quella è in tutti i ristoranti d'Italia, sì, ma non l'ho mai mangiata da mia nonna. Mai. - in dispensa...ecco, in dispensa ce n'era un altro!

A casa qui no, perché il Kinder Bueno è un bene di lusso, un piccolo piacere da ultimo secondo della spesa, comprato perché i manager del supermercato - di scuola altoatesina - sanno che una volta ci cascherai e comprerai i kinder alla cassa. O le lamette del MacIII, ma mai i preservativi Primex - con quelli ti fregano, lo fanno per vendere più pannolini e omogeneizzati. È chiaro come la loro superbia.

E niente, sono rimasto fregato e ora chissà quando mi ricapiterà. Però sotto casa mia un tizio ha aperto una gelateria che porta i gelati a domicilio. C'è una signorina pilipina sorridente che salta sul motorino e ti porta il gelato. E anche i coni, eh! Senza e ripeto, senza maggiorazioni di prezzo. Dice che l'ha fatto per le vecchiette che gli chiedevano di portarlo a casa, per i poveri pensionati che non possono muoversi. Ed evidentemente per gente come me. Che comunque ha meno problemi legati al  saccarosio delle altre due categorie. Ha fatto business, lo provo. Vi aggiorno e se fate i bravi vi do anche il numero, ma non fate che chiamate la pilipina e la fate arrivare alla fine dalla Cassia e poi non è vero che abitate là che io vi conosco!

martedì 15 febbraio 2011

Il mio fioraio oggi era un re

un re! Avete presente i chioschi dei fiorai, quelli che rimangono aperti tutta la notte e nessuno sa perché? Forse succede solo a Roma in realtà e quindi mi tocca spiegare la cosa. Ecco, a Roma i chioschi dei fiorai rimangono aperti tutta la notte e nessuno sa perché. Punto.

Ma torniamo a noi. Questi chioschetti, sono delle oasi fredde e desolate ai margini di molte, moltissime vie, al cui interno omini egiziani sonnecchiano e ascoltano musica nella solitudine più assoluta. Il loro business, essendo per natura - ed è proprio il caso di dirlo - effimero e delicato come un iris che profuma di vivaio e di smog, è altamente contrattuabile. Insomma, da un prezzo di partenza mediamente alto, si arriva, in base alle variabili "ora della notte, quantità acquistata e disponibilità ad intrattenere una conversazione sulla situazione dell'Egitto post Mubarak"  allo svilimento economico di almeno il 50%. 

- Calle bellissime, dammi 20 euri amigo, senti che profumo, senti!

- No Adyl, te ne do 5

- 15, dai e ti do anche un mazzetto di ginestre
- 5, Adyl, non fare il furbetto

- Ok amigo, vai da fidanzata, eh!? (segue occhiolino complice)

Ecco, stasera non era così. Non era affatto così!

Stavo andando al compleanno di un'amica e mi sono fermato a prenderle dei fiori. Vedo le macchine in doppia fila e già sembrava strano; parcheggio il motorino e mi avvicino. Una decina di uomini dall'aria che era un misto tra lo sfranto dell'ultim'ora, il colpevole e il "su, se li merita dai" era in attesa che qualcuno dei 4 e dico quattro assistenti dell'egiziano preparasse un mazzo di fiori. Senza badare a spese. Un tipo ha preso una roba come 120 rose che in euro sono davvero un fracco di soldi e non ha battuto ciglio. Io ho fatto un mazzo e di contrattazione non se n'è proprio parlato minimamente. Amigo, stasera è così, è San Valentino!

San Valentino!!

Tralascio le considerazioni sulla stupidità della ricorrenza e mi concentro solo sull'inflazione galoppante che tale "festa" comporta per gli outsiders. Ma dico io, caro signore peccaminoso, se vuoi comprare 120 rose rosse che avranno una vita di, chessò, 2 giorni al massimo, potresti per cortesia farlo in un giorno normale e non creare un circolo vizioso di domanda e offerta che dà alla testa del mio sincerissimo amico Adyl?

Ti sembra giusto? A me no, per niente. Spero che tua moglie non solo non abbia gradito il gesto, ma che anzi, abbia storto il naso e che alla fine ti abbia confessato che il suo amante 25enne l'ha soddisfatta per 4 volte oggi pomeriggio e alla conclusione di questo idillio amoroso che «tu, nemmeno quando eravamo fidanzati», le abbia regalato un semplicissimo, ma davvero pregno di significato, bacio perugina da 10 centesimi preso al posto del resto delle sigarette!

Stronzo, te lo meriti, la prossima volta compra un brillocco a tua moglie...che a quanto pare è pure troia, eh!


mercoledì 9 febbraio 2011

Un Baiocco inzuppato nel latte e caffè

quando il caffè è caldo, il latte è tiepido. Il biscotto entra con classe, vedi quasi le gocce di latte espandersi come nella pubblicità, rimane il tempo necessario e ne esce perfetto, gustoso, morbido al punto giusto. Una goduria. Se tutto nella vita fosse gustato come si gusta quel Baiocco, il mondo sarebbe meraviglioso e non esisterebbero il senso di impotenza, la sensazione di innappropriata presenza all'interno di un contesto che ci appartiene solo quando non ci conviene. Ogni giorno vi si dice: «sei troppo grande per questo»...e allo stesso tempo non vi sentite abbastanza maturi per quello...

Voglio che oggi vi sentiate un Baiocco e che tutte le vostre scelte siano un lento avvicinarsi al latte e caffè - o nel te, nell'acqua se vi piace mangiarli così - e che possiate stare immersi il tempo necessario per uscirne soddisfatti, appagati. Perché gli strappi all'umore altro non sono che una lunga esposizione e l'insoddisfazione è metafora di fugacità dell'inzuppo. 

La vita è questo. Il giusto timing, le scelte appropriate. Il terzo tempo del giocatore di basket, la visione del playmaker, lo schiva schiva colpisci del boxeur, il bastone e la carota del buon genitore. Del buon amante. Vivete così, pensando al tempo. Ma non al tempo che passa, che è stato o che sarà. Al tempo che state vivendo in quell'attimo. Un tipo una volta mi disse: non pensare di arrivare dove devi arrivare, ma pensa al momento che stai vivendo e arriverai senza sforzo alcuno., ma con cognizione di te e del gesto. L'ho capito adesso. L'atto è più importante dell'azione stessa.

Vi auguro una giornata pacata, con la cognizione di voi stessi, perfetti Baiocchi nel latte e caffè di una mattina che sta per iniziare. Di un giorno che è attimo nell'eternità.

Tutto questo perché io un Baiocco, ora, davvero lo vorrei, saprei amarlo!

giovedì 3 febbraio 2011

L'odore del freddo ha qualcosa di speciale

qualcosa che non riesco a decifrare. Sono stato un po' sul balcone cercando di capire e scomporre l'aria e i profumi. Ma niente, non lo classifico. Sarà che lo smog rarefatto dal freddo ha un non so che di penetrante o che le resine congelate sui tronchi rilasciano essenze meno sferzanti. Forse è il raffreddore. Ma no, è colpa dell'inverno.

Mentre infatti la primavera e l'estate si riconoscono anche per i loro composti - senti il gelsomino, il pino marittimo, la ginestra, l'erba umida del mattino o appena tagliata, la crema sulle sue gambe dorate e lisce - con l'inverno non ce la fai. Anche in montagna. L'odore della neve non è caratterizzante e nemmeno quello delle conifere - termine scentifico da scuola media che mi vanto di ricordare- riesce a essere preponderante. Certo, in montagna si fanno largo a spallate l'odore del burro cacao, della salsiccia con i crauti e la scamorza affumicata; della mostarda che ti entra nelle narici. Della birra ghiacciata e della panna sul bombardino. De' grapìn!

La birra - che deve essere ghiacciata - la bevi tutto l'anno e ha sempre un odore diverso. Perché se la bevi in riva al mare si mischia alla salsedine portata dalla brezza, mentre se la sorseggi su una panca di legno fuori da una baita si combina all'odore del fumo che esce dal camino, al ketchup sulle patatine. 

L'inverno ha sempre lo stesso odore, ma non sai descriverlo. 

È una cosa che mi manda ai matti.

Sarà per questo che preferisco la primavera, l'autunno e l'estate, ma dell'inverno ho grande rispetto.